La tragedia di Yara e il solito delirio da social network

Facebook ha ospitato in questi giorni il solito gruppo delirante dedicato alla tragedia mediatica di turno, quella di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra che di certo tutto avrebbe voluto tranne che suscitare l'attenzione della cronaca nera.

A poche ore dal ritrovamento del cadavere della ragazzina è infatti sorto sul noto social network un gruppo denominato "Yara Zombie Anche i morti ballano", si sono iscritti ad esso circa 800 utenti che, ad onor del vero, nella maggior parte dei casi hanno espresso critiche all'iniziativa.

Gli stessi promotori del gruppo hanno affermato tramite un post di aver agito per dimostrare, per l'ennesima volta, l'ipocrisia di una paese che spettacolarizza le tragedie umane per trasformarle in materiale da "vendere" all'interno dei palinsesti televisivi.

Era la polemica che si voleva ottenere e il risultato è stato raggiunto, viene però da chiedersi se determinate iniziative siano veramente un mezzo per smascherare l'ipocrisia o l'ennesima occasione per attirare l'attenzione dei media con un'iniziativa di pessimo gusto.