UE: no all'obbligo del contact tracing

Stando a quanto riportato in un documento interno della Commissione Europea recentemente riportato dai giornalisti di Reuters, la posizione della UE per quanto riguarda le attività di contact tracing dovrebbe essere quella di richiedere una partecipazione volontaria da parte dei cittadini, in linea generale verrebbe invece espressa contrarietà a qualsiasi obbligo.

In verità lo stato di avanzamento delle applicazioni a contrasto della pandemia di Coronavirus (Sars-Cov-2) sembrerebbe essere ancora embrionale, basti pensare all'App Immuni che sarebbe dovuta essere disponibile in Italia già dai primi giorni di maggio, inoltre i vari stati membri non avrebbero ancora raggiunto un accordo sui protocolli da utilizzare.

Perché il tacciamento dei contagiati sia efficace è però necessario che una buona parte dei cittadini europei (approssimativamente il 50%) decida di installare un'applicazione nel proprio dispositivi mobile. In mancanza di un'obbligo di legge l'unica soluzione potrebbe essere quella di dar vita ad una campagna di sensibilizzazione dalle dimensioni inedite.

Altrettanto importante è il discorso dell'interoperabilità, non sarà infatti necessario che tutti gli stati sviluppino la medesima App ma qualunque sia la soluzione scelta essa dovrà essere in grado di interagire e condividere dati con le altre. Diversamente non si capisce come sarà possibile riaprire porti e aeroporti garantendo sicurezza negli spostamenti internazionali.

Attualmente i protocollo disponibili per il contact tracing sono due: quello centralizzato, cioè basato sulla produzione di identificativi a livello server, e quello decentralizzato (implementato da una collaborazione tra Google e Apple) che sfrutta gli indentificativi già associati di default agli smartphone. Ad oggi l'Italia sembrerebbe orientata all'adozione del secondo.