WebTax sì, ma solo per i colossi

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I componenti della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati hanno approvato l'emendamento alla manovra finanziaria con il quale viene autorizzata la famigerata Web Tax, viene così accolta la proposta dello stesso presidente della Commissione, Francesco Boccia, con parere favorevale di maggioranza e opposizione.

Indipendentemente dalla propria opinione sull'argomento, va comunque sottolineato che almeno questa volta i commissari sono riusciti ad identificare gli operatori interessati dalla Web Tax: a pagarla dovranno essere le aziende con ricavi consolidati superiori al miliardo di euro e che vendano beni o forniscano servizi nel territorio italiano per non meno di 50 milioni di euro.

L'intezione è quella di favorire i cosiddetti "rapporti continuativi", in sostanza sarà possibile evitare i contenziosi tra Fisco e multinazionali, così come porre termine a quelli in atto, attraverso un accordo che prevede l'estinzione dei debiti dopo il pagamento di quanto dovuto e della metà dell'importo relativo alle sanzioni previste.

Per poter accedere al regime di adempimento collaborativo sarà necessario presentare un'apposita istanza all'Agenzia delle Entrate che valuterà l'esistenza dei requisiti necessari. Una volta concluso positivamente tale iter verrà a decadere anche l'eventuale omessa dichiarazione del fatturato fino ad ora non sottoposto ad imposizione fiscale.

Si tenta così di risolvere il problema della aziende che operano sul suolo nazionale ma hanno sede legale in paesi (come per esempio l'Irlanda e il Lussemburgo) dove viene offerta una fiscalità di vantaggio. Il fisco italiano avrebbe già perfezionato alcuni accordi con i colossi del Web, tra cui Google per il pagamento di 306 milioni di Euro, Apple (318 milioni) e Amazon (130 milioni).

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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