Il Cloud di Amazon "spacca" il secondo

Forse non tutti hanno familiarità con il concetto di "secondo intercalare", si tratta di un concetto che attiene più propriamente all'Astrofisica ma che ha un'influenza non secondaria anche nel campo dell'Informatica; i tecnici del colosso del commercio elettronico Amazon sarebbero pienamente coscienti di questo fenomeno e avrebbero ideato un nuovo modo per gestirlo.

In sostanza, come invece tutti sanno (o si spera), la Terra gira non soltanto intorno al Sole, ma anche su sé stessa; la rotazione della nostra pianeta sul suo asse non è però costante ma soggetta ad infinitesimali rallentamenti periodici; questi rallentamenti finiscono per accumularsi fino all'ammontare di un secondo che viene appunto detto "secondo intercalare".

Un intervallo pari al secondo è poca cosa per i comuni orologi ("smart" o meno che siano), ma non lo è per gli orologi atomici deputati a stabilire l'ora esatta; a questi ultimi fanno riferimenti anche i server e le infrastrutture Cloud come AWS (Amazon Web Services) per l'aggiustamento temporale allo standard UTC, altrimenti detto "tempo coordinato universale".

Generalmente gli amministratori di sistema effettuano tale adeguamento ogni 18 mesi e il prossimo appuntamento sarebbe stato già fissato per il 30 maggio 2015; ma tale operazione non sarebbe esente da rischi dando luogo non di rado a malfunzionamenti, latenze, messa offline dei sistemi e conseguenti perdite economiche.

Per evitare il ripetersi dei problemi descritti, il gruppo capitanato da Jeff Bezos avrebbe deciso di non operare più l'aggiustamento previsto a scadenza periodica, ma di allungare costantemente ogni secondo in maniera infinitesimale nell'arco dei 18 mesi previsti, in questo modo gli effetti del "secondo intercalare" dovrebbero essere anch'essi irrilevanti.