eGovernment: Italia in ritardo

Il Team per la trasformazione Digitale ha recentemente lanciato il progetto Repubblica Digitale mirato a diffondere anche nel nostro Paese una cultura dell'eGovernment, l'obbiettivo è in pratica quello di combattere l'analfabetismo digitale che rappresenta un ostacolo nelle relazioni tra cittadini e Pubblica Amministrazione, riguardando non di rado entrambi.

Ma qual è lo stato dell'eGovernment nella Penisola? A rivelarlo è il report eGovernment Benchmark 2019 della Commissione Europea che, senza sorprenderci più di tanto, sottolinea una condizione di sostanziale ritardo rispetto alla media degli stati membri dell'Unione Europea. Ancora una volta il problema sarebbe innanzitutto di ordine culturale.

Tra i dati che descrivono meglio l'attuale situazione italiana, è importante analizzare soprattutto quello relativo al tasso di penetrazione degli strumenti per l'eGovernment, 28% contro una media del 57% calcolata su 28 paesi. Un risultato quasi incomprensibile considerando che la digitalizzazione italiana del settore sarebbe soltanto 1 punto inferiore alla media europea (67% contro 68).

Il "quasi" è però sufficiente a descrivere una realtà in cui le soluzioni non mancano e a mancare sarebbe invece la volontà di adottarle in modo diffuso. In Italia si registrerebbe infatti una notevole scarsità di competenze informatiche (sia di base che avanzate) e una tendenza ad evitare, tutte le volte che se ne presenta la possibilità, di relazionarsi con la PA tramite piattaforma digitali.

L'inerzia, se non addirittura la "resistenza", degli Italiani all'eGovernment sarebbe dovuta anche all'età media dei nostri concittadini, attualmente molto elevata. L'unica via per la trasformazione digitale sembrerebbe essere quella di un passaggio forzato (assistito ma forzato) che obblighi anche i cittadini del Belpaese all'utilizzo degli strumenti digitali.