Italia: poco spazio per le startup

L'Italia sarebbe al 22° posto su 28 stati membri dell'Unione Europea per quanto riguarda le opportunità a disposizione delle startup. A rivelarlo è l'indice Eides (European Index of Digital Entrepreneurship Systems) realizzato dai ricercatori dell'Imperial College Business School che vede Danimarca, Svezia, Lussemburgo e Finlandia tra i paesi leader.

Germania, Gran Bretagna, Olanda, Irlanda, Belgio, Austria, Malta, Estonia e Francia rientrerebbero invece nell'insieme delle nazioni "follower", con una posizione migliore rispetto al gruppo dei "catcher up" rappresentato attualmente da Spagna, Repubblica Ceca, Slovenia, Portogallo e Cipro. La Penisola rientrerebbe invece nella schiera dei "laggard" (in pratica i ritardatari).

I criteri per determinare i piazzamenti sono 8: cultura e istituzioni informali, istituzioni formali, legislazione e fisco, situazione generale del mercato locale, condizioni delle infrastrutture fisiche, ruolo e maturità del capitale umano, creazione di conoscenza e capacità nella sua diffusione, finanza, occasioni di networking e supporto fornito alle imprese innovative.

Se da una parte il nostro Paese si manterrebbe nella media degli altri "laggard" (per la maggior parte nazioni dell'Est Europa) relativamente quasi tutti i parametri citati, dall'altra riuscirebbe a produrre performance migliori per quanto riguarda il networking. Particolarmente carenti invece il supporto da parte di realtà non governative e la cultura dell'innovazione.

Stando alle conclusioni contenute nel report, l'Italia potrebbe migliorare il punteggio ottenuto di circa il 10% con un investimento pari al 21% di risorse addizionali nella finanza per le startup, nello sviluppo del capitale umano e nell'azioni delle istituzioni informali. Indispensabili anche interventi per la semplificazione fiscale e burocratica.