Messaggistica: su WhatsApp il 90% del link per il phishing

Secondo una rilevazione operata dai ricercatori di Kaspersky, società russa specializzata in soluzioni per la sicurezza informatica, quasi il 90% (per la precisione l'89.6%) dei link per il phishing veicolati tramite chat verrebbero diffusi utilizzando l'applicazione per la messaggistica istantanea WhatsApp. Quest'ultima è proprietà del gruppo Facebook.

Nonostante Telegram possa oggi contare su un'utenza composta da centinaia di milioni di iscritti, l'applicazione creata da Pavel Durov non sembrerebbe esser particolarmente coinvolta dal fenomeno, attraverso di essa circolerebbe infatti soltanto il 5.6% dei link per il phishing mentre al terzo posto si piazzerebbe Viber, con il 4.7%, superando Hanghouts con l'1%.

La maggior parte degli attacchi rilevati da Kaspersky analizzando le statistiche di Safe Messaging, funzionalità che impedisce l'apertura delle pagine Web collegate da link per il phishing, sarebbero stati indirizzati verso l'utenza brasiliana, considerando però soltanto le comunicazioni più pericolose (ricollegabili per esempio alla diffusione di malware) ben il 42% degli episodi sarebbero stati registrati in Russia.

Stando a quanto confermato da Tatyana Shcherbakova, responsabile dell'analisi dei contenuti Web presso Kaspersky, a semplificare la vita degli attaccanti sarebbe anche la possibilità di far leva su alcune funzionalità integrate nelle App di messaggistica che spesso verrebbero sfruttate per trarre in inganno gli utenti e convincerli a cliccare.

Ancora oggi la proliferazione del phishing sarebbe determinata dall'abitudine di ignorare alcune semplici regole di buon senso come per esempio evitare di condividere link sospetti, soprattutto all'interno di gruppi, osservare con attenzione l'ortografia dei link scartando tutti quelli che contengono degli errori e diffidare dei contatti che diffondono troppo facilmente contenuti inaffidabili.