I numeri del Digital Divide italiano

Secondo una recente rilevazione dell'ISTAT dedicata a innovazione, ricerca e creatività nel nostro Paese soltanto il 53% degli occupati disporrebbe di competenze digitali di base o elevate, nel contempo sarebbero state osservate notevoli disuguaglianze a seconda dell'istruzione e della posizione professionale conseguite. Tale percentuale sarebbe 15 punti al di sotto della media europea.

La Penisola presenterebbe ancora oggi un Digital Divide di primo livello legato alla possibilità di accedere agli strumenti digitali, se infatti la quasi totalità degli occupati appartenenti all'età compresa tra i 25 e i 64 anni residenti nei Paesi del Nord Europa accederebbe ad Internet regolarmente, in Italia non si andrebbe oltre gli 85 punti percentuali.

Il 60.8% degli occupati italiani nella classe di età tra i 20 e i 34 anni avrebbe competenze digitali di base o superiori, mentre tra i più anziani (cioè gli occupati tra i 55 e i 64 anni) si scenderebbe al 42.7%. Non vi sarebbero invece differenze rilevanti per quanto riguarda l'appartenenza di genere, con un +5% a favore della componente femminile tra i 20 e i 34 anni e un recupera di quella maschile nel gruppo successivo (35-54).

Dal punto di vista della distribuzione territoriale delle competenze digitali si registrerebbe ancora oggi un forte ritardo del Meridione (45.8%) che verrebbe reso particolarmente evidente da uno scarto di quasi 10 punti percentuali rispetto al Settentrione e al Centro che risulterebbero poco distanti tra loro (56.4% per il primo e 53.3% per il secondo).

Per quanto riguarda la posizione professionale, gli operai potrebbero vantare oggi competenze poco diffuse dal punto di vista dell'uso di software, appena il 19% del campione le possiederebbe contro il 60% dei dirigenti, stesso discorso per quanto riguarda le skill legate al problem solving dove il 32% degli operai sarebbe sostanzialmente doppiato dal 63% dei dirigenti.