Smart working in azienda anche dopo l'emergenza

Secondo una recente rilevazione svolta dai ricercatori di Gartner su un campione composto da oltre 300 CFO (Chief Financial Officer) e dirigenti aziendali, almeno il 5% del personale che nelle ultime settimane le aziende hanno spostato in smart working rimarrà impiegato definitivamente in questa modalità una volta superata l'emergenza Coronavirus (COVID-19).

Ben il 25% delle attività economiche contattate avrebbe già pianificato di destinare allo smart working non meno del 10% della propria forza lavoro impiegata in condizioni normali negli uffici. Infine il 4% delle aziende opterà per il lavoro agile per almeno la metà dei propri collaboratori e il 17% farà la stessa scelta per almeno 1/5 dei dipendenti.

A motivare tali cambiamenti saranno in particolare ragioni legate al contenimento dei costi, è infatti probabile che alla fine della pandemia (e in parte già da oggi) numerosi CFO e top manager si troveranno davanti all'ingrato compito di fronteggiare una delle recessioni più gravi che il Mondo abbia affrontato dal Secondo Dopoguerra.

E' probabile inoltre che un gran numero di lavoratori non accoglierà con entusiasmo il fatto di dover lavorare distanti dai propri colleghi, è però anche vero che in molti casi la migrazione di massa verso lo smart working si rivelerà un'alternativa forzata a soluzioni ben più gravi dal punto di vista sociale come per esempio il licenziamento.

A dare l'esempio potrebbero essere gli stessi CFO, infatti a parere del 90% di questi ultimi gli strumenti tecnologici attualmente disponibili consentirebbero di svolgere il proprio incarico indipendentemente dal luogo in cui ci si trova. Spetterà inoltre ai CFO identificare tutti queli ruoli aziendali che potranno essere assolti in modo pienamente produttivo anche a distanza.