I Wiklevoss si arrendono. Non ci sarà ricorso alla Corte Suprema.

Tyler e Cameron Winklevoss, i "gemelli terribili" che rivendicano da tempo la paternità di Facebook, hanno deciso di fermarsi e di non ricorrere, come invece inizialmente previsto, alla Corte Suprema per far valere le proprie ragioni contro Mark Zuckerberg reo, a loro dire, di avergli rubato l'idea del social network ai tempi dell'università.

Tutto sommato, però, l'esito della vicenda può ritenersi positivo per entrambe le parti in causa, il Golden Boy della Rete potrà tenersi il suo impero, mentre i Wiklevoss potranno consolarsi incassando l'assegno dell'accordo extragiudiziale raggiunto qualche anno fa (ed oggi oggetto di contestazione da parte dei Winklevoss).

Ai due gemelli e al al partner Divya Narendra andranno, infatti, ben 65 milioni di dollari, di questi 25 milioni verranno corrisposti in contanti mentre il resto sarà disponibile sotto forma di titoli azionari, opzione niente male considerando che la quotazione del social network preannuncia faville.

La rinuncia al ricorso da parte dei denuncianti giunge come notizia gradita non soltanto a Zuckerberg, ma anche ai finanziatori del social network e quindi alle banche; il previsto debutto a Wall Street nel 2012, infatti, avrebbe potuto incontrare qualche ostacolo se ci fossero stati dubbi sull'effettiva proprietà del gruppo.