EU: commercio elettronico in crescita

Nel corso del 2015 la Commissione Europea Antitrust ha dato vita ad un'indagine conoscitiva sullo stato del commercio elettronico negli stati membri; oggi è finalmente disponibile la prima relazione preliminare realizzata sulla base dei dati raccolti analizzando l'attività di circa 1.800 e-commerce e 8 mila contratti per la distribuzione.

Dai risultati presentati si scopre che nel corso del 2015 più della metà dei cittadini adulti residenti nel Vecchio Continente hanno ordinato beni o servizi tramite Internet, ma in alcuni stati la percentuale si attesterebbe intorno all'80%. Ciò avrebbe determinato diversi benefici per i consumatori in termini di prezzi, trasparenza e concorrenza sulla qualità.

Tra i fattori maggiormente influenzati dall'incremento delle vendite in Rete il prezzo assumerebbe un ruolo fondamentale, questo perché gli operatori commerciali si sarebbero dimostrati particolarmente attenti ai listini dei concorrenti adeguando i propri per incentivare quanto più possibile l'utenza all'acquisto online.

Il panorama dell'e-commerce europeo non sarebbe comunque esente da zone d'ombra, paradossalmente quello della vendita di software e servizi digitali si rivelerebbe come uno dei settori più rigidi, un comparto ancora troppo afflitto da blocchi regionali (si pensi per esempio alle piattaforme per i video streaming) e licenze d'uso estremamente restrittive.

Uno dei nodi da risolvere riguarda il rapporto tra fornitori e rivenditori, in particolare quando i primi impongono regole troppo stringenti ai secondi; a parere della Commissione l'intera UE dovrebbe dotarsi di regole comuni per il commercio elettronico che consentano agli operatori di lavorare con maggiore libertà sotto il controllo dell'Antitrust.