Libra: anche l'Europa chiede chiarimenti a Facebook

Recentemente annunciata, Libra, la cryptovaluta di Facebook che ha il suo wallet in Calibra, è ora al centro di discussioni anche da parte di varie autorità di controllo, comprese quelle europee. A tal proposito basterebbe citare il Parlamento di Bruxelles che avrebbe espresso le sue preoccupazioni riguardo al fatto che Menlo Park possa agire come una banca vera e propria ma senza il necessario accreditamento.

La posizione più dura a riguardo di Libra sarebbe stata espressa pochi giorni fa da Andrew Bailey, responsabile della FCA (Financial Conduct Authority) del Regno Unito, secondo il quale Mark Zuckerberg e soci non avrebbero messo a disposizione alcuna documento preliminare riguardo al funzionamento di questa moneta virtuale. Permanendo tale stato di cose il suo utilizzo potrebbe non essere autorizzato.

Parere simile sarebbe stato espresso dalla BCE, da diversi istituti di credito del Vecchio Continente e da più di un'authority per il controllo del mercato monetario, tutti concordi sul fatto che il Sito in Blue abbia omesso di comunicare le specifiche tecniche necessarie per capire esattamente cosa sia Libra e quali caratteristiche abbia in comune o meno con le cryptomonete "tradizionali".

Il progetto nasce per fornire uno strumento grazie al quale gli utenti potranno inviare e ricevere denaro da e in qualsiasi posto del Mondo, non tutti gli stati dispongono però di normative simili per l'impiego delle cryptovalute, motivo per il quale il lancio di Libra potrebbe essere disturbato (se non addirittura rimandato) per via di ostacoli correlati alle diverse legislazioni in materia.

Paradossalmente, ad oggi il mercato delle monete digitali sarebbe in gran parte deregolamentato perché ritenuto troppo limitato per danneggiare il sistema finanziario nel suo complesso. Libra fa però riferimento ad un bacino d'utenza composto da miliardi di persone e la sua introduzione potrebbe rivoluzionare il settore come neanche Bitcoin è riuscito a fare.