Julian Assange dichiara guerra a Google

Julian Assange, fondatore del sito Internet di controinformazione WikiLeaks, avrebbe scritto di recente un articolo per il New York Times in cui sarebbero contenute gravi accuse nei confronti di Mountain View, gruppo responsabile di effettuare una politica commerciale improntata all'imperialismo.

Secondo quanto sostenuto da Assange, che attualmente risiede nell'ambasciata ecuadoregna di Londra per evitare un arresto, Google starebbe cercando di imporre agli Stati Uniti un modello di sviluppo in cui il colosso di Larry Page potrebbe diventare il vero organismo per il controllo delle informazioni.

Tale preoccupazione nascerebbe da quanto scritto nel libro intitolato "The New Digital Age" e dato alle stampe dal chairman di Google Eric Schmidt; il parere di Assange è che tramite questo testo l'autore non stia cercando lettori ma alleati per modificare gli assetti mondiali a suo favore.

Forse i timori dell'ex hacker australiano sono infondati, forse Big G non aspira davvero al dominio del Pianeta, ma è comunque vero che oggi, in un tempo in cui alcune multinazionali gestiscono più potere di interi stati, le dinamiche commerciali influenzano sempre di più le decisioni dei governi.